John Deere “6M”, da 120 a 281 cavalli

John Deere “6M”

I trattori John Deere serie “6M” da anni sono ai vertici del mercato, tant’è che lo scorso anno due di loro, “6120 M” e “6155 M”, si posizionarono ai vertici delle rispettive classi prestazionali. Con il primo che occupò anche il quarto posto assoluto nella classifica generale, primo fra i trattori multiuso e dietro solo a mezzi specialistici e compatti.

Apprezzati in tutta Italia

John Deere “6M”

Quando si parla aziendali ben strutturati o di campo aperto di potenze medio/alte i “6M” risultano in definitiva essere una delle scelte privilegiate dalle aziende agricole italiane, dei must di settore che la Casa nel Giugno scorso ha deciso di rinnovare nei contenuti e nelle prestazioni cogliendo anche l’occasione per ampliarne la gamma. La nuova famiglia “6M” è in effetti strutturata sulla base di ben 17 differenti modelli che nel loro insieme coprono un range di potenze massime compreso fra i 105 e i 281 cavalli erogati in modalità “Ipm”, “Intelligent Power Management”, opzione che in caso di necessità e a seconda del modello mette a disposizione da sei a 15 cavalli in più rispetto a quelli nominali così da poter far fronte a richieste di potenza estemporanee e imprevedibili.

John Deere “6M”

Due le motorizzazioni che allestiscono la serie, unità caratterizzate da architetture a quattro o a sei cilindri staffate su ben cinque diversi telai che danno luogo ad altrettanti passi, da un minimo di duemila e 400 millimetri fino a un massimo di duemila e 900 nel top di gamma. Estremamente ampia quindi la scelta, con una scalarità pressoché continua in termini di potenze, dimensioni e masse oltre che di prestazioni idrauliche. Le capacità delle pompe variano infatti fra un minimo di 114 litri/minuto a un massimo di 195 passando per una erogazione opzionale di 155 litri/minuto, flussi sempre gestibili in maniera intelligente grazie alla presenza di sistemi di compensazione delle pressioni e delle portate “Pfc” e gestibili mediante distributori attuati per via elettronica.

Sollevatori capaci di 99 quintali

Nessun problema quindi per gestire anche le attrezzature più importanti per masse e dimensioni, obiettivo peraltro perseguito anche mediante la presenza di attacchi a tre punte posteriori aventi capacità di sollevamento che possono variare da un minimo di 43 quintali e mezzo a un massimo di 99 a seconda del modello.

Ne deriva una serie in grado di coprire un ampio ventaglio di esigenze, dalle lavorazioni in campo aperto al trasporto su strada, dalla distribuzione di fertilizzanti e antiparassitari alle movimentazioni in azienda, oltre che perfetta per dar luogo a eventuali cantieri di lavoro combinati, opzione resa possibile sia dalla presenza di eventuali attacchi a tre punte anteriori capaci di movimentare anche carichi di 44 quintali sia dalla possibilità di installare gestire per una vasta gamma di caricatori frontali originali Jhon Deere.

Ad ampliare ulteriormente le possibilità di applicazione dei nuovi serie “6M” e le relative possibilità di personalizzazione poi le trasmissioni. Per trasferire la potenza al suolo sono infatti disponibili tre diverse opzioni powershift – “PowrQuad Plus”, “AutoQuad Plus” e “CommandQuad Plus” – tutte programmabili, caratterizzate da elevati gradi di automazione degli innesti e in grado di mettere a disposizione nelle loro configurazioni più evolute sino a 24 rapporti in avanzamento e altrettanti indietro.

Anche una trasmissione continua

Al top poi la possibilità di disporre anche di un gruppo continuo “AutoPowr” strutturato sulla base di un elemento idrostatico operante congiuntamente con un cambio meccanico a due gamme. Gestita in automatico, la trasmissione permette di slegare il carico motore dalla velocità di avanzamento per garantire sempre la massima efficienza meccanica in funzione dell’attività svolta, mentre su strada permette di marciare a 40 al regime ridotto di mille 470 giri con possibilità, se il Codice lo permette di toccare i 50 chilometri/ora a circa mille e 850 giri.

Una scelta quasi infinita

John Deere “6M”

Come accennato nel testo principale la nuova serie “6M” è allestita sulla base di motori originali John Deere aventi cubature di quattro litri e mezzo nelle architetture a quattro cilindri e di sei litri e otto per quelle a sei. Cambiano però le serie dei propulsori in funzione della potenza e del passo dei trattori. Trovano infatti impiego unità “PowerTech Ews” e “PowerTech Pss” sulle macchine azionate dai quattro cilindri, mentre sui sei cilindri sono previsti propulsori serie “PowerTech Pvs” oltre ai già citati i “PowerTech Pss”. I primi e i secondi soddisfano rispettivamente le richieste di potenza avanzate dai modelli “Short frame” e “Small frame”, a passo corto e a passo piccolo, mezzi “tuttofare” da duemila e 400 e duemila 580 millimetri di passo con gli “Short frame” che trovano i propri punti di forza soprattutto nella compattezza e nell’ottimo rapporto peso/potenza.

Si tratta di qualità offerte soprattutto dai modelli “6M 95”, “6M 105”, “6M 115” e “6M 125”, capaci di un raggio di sterzo di soli quattro metri e 35 centimetri pur offrendo potenze massime da 105, 116, 126 e 138 cavalli cui possono aggiungersi in caso di bisogno eventuali riserve di potenza di 12-15 cavalli. I tre modelli “Small Frame” assicurano anch’essi eccellente manovrabilità, salendo però quanto a potenze massime dai 143 cavalli del “6M 130” ai 154 del “6M 140” sino ai 165 cavalli del “6M 150”, prestazioni che diventano 156, 166 e 177 in modalità Ipm. L’ultimo modello funge inoltre da raccordo fra i trattori a quattro cilindri e quelli a sei, unendo la compattezza e la manovrabilità dei primi alla potenza dei secondi sovrapponendosi infatti parzialmente alle caratteristiche del primo modello “Mid Frame”, ”M6 145”, il cui passo è pari a duemila e 765 millimetri.

Quattro i trattori che compongono questo sottogruppo a passo medio, tutti allestiti con motori a sei cilindri “PowerTech Pvs” capaci di potenze massime che partono da una base di 160 cavalli per il modello di attacco, il sopra citato ”M6 145”, salendo poi a 171, 182 e 204 nei modelli “M6 155”, “6M 165” e “6M 185”. Potenze elevabili a 171, 182, 192 e 213 cavalli grazie all’opzione “Ipm”. Macchine eclettiche quindi, impiegabili per una molteplicità di operazioni in campo, su strada e in azienda. Guardano invece in maniera spiccata alle lavorazioni profonde e ai trasporti pesanti su strada i sei modelli superiori della serie, anch’essi mossi da unità a sei cilindri e suddivisi in due sottogruppi connotati l’uno da un passo di duemila e 800 millimetri, i trattori “Large Frame”, e l’altro da un interasse di duemila e 900 millimetri, gli “Extra Large Frame”. Rispettivamente quattro e due i modelli di questi sottogruppi, con i “6M 180”, “6M 200”, “6M 220” e “6M 240” che esprimono potenze di 198, 220, 242 e 264 cavalli, elevabili alla bisogna fino a 208, 229, 249 e 270 cavalli.

John Deere “6M”

Le prime tre tarature di potenza sono messe a disposizione dai già citati motori “PowerTech Pvs”, mentre la quarta taratura è offerta dal propulsore “PowerTech Pps” che va quindi a equipaggiare le due più importanti novità John Deere rappresentate proprio dai modelli “Extra Large Frame” che ampliano ulteriormente verso l’alto la serie. Il primo dei due, “6M 230”, offre 253 cavalli elevabili a 260, mentre “6M 250” sale fino a 275 cavalli di potenza massima ai quali in modalità Ipm se ne aggiungono altri sei, toccando in tal modo i 281 cavalli complessivi. Entrambe le soluzioni permettono di eseguire agevolmente le lavorazioni del terreno più impegnative e proprio per tale ragione entrambi guardano soprattutto al contoterzismo professionale e all’impiego in aziende agricole di grandi dimensioni.

Titolo: John Deere “6M”, da 120 a 281 cavalli

Autore: Redazione

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